Via Rita Atria a Castelvetrano. Approvata la delibera

La Giunta Municipale guidata dal Sindaco, Avv. Felice Errante, ha approvato la delibera di intitolazione alla testimone di giustizia Rita Atria, di una strada che è stata recentemente riqualificata, che si trova in via Partanna –km1.

L’Amministrazione ha ritenuto di voler accogliere la proposta avanzata dal gruppo consiliare del Movimento Civico Città Nuova, che ha chiesto al primo cittadino di commemorare la figura di questa eroica donna di appena 17 anni.

Rita Atria era la figlia di un boss della vicina Partanna che, dopo l’uccisione del padre e del fratello, aveva intrapreso il difficile percorso da testimone di giustizia grazie all’opera dell’ allora procuratore capo di Marsala, Paolo Borsellino; ma dopo la sua uccisione nella strage di via D’Amelio, decise di togliersi la vita ad appena una settimana di distanza da quella tragica strage.

Rita sin da fanciulla aveva cominciato a decidere da che parte stare e con le scelte operate nella sua breve esistenza ha mostrato un forte senso del coraggio e della giustizia che sono rare in un ragazza così giovane- afferma il Sindaco- nel solco di attuazione di quella politica tendente a diffondere nella coscienza della collettività una cultura basata sul rispetto delle istituzioni, della legalità e delle regole abbiamo deciso di commemorare Rita si che possa essere da stimolo educativo e formativo per le nuove generazioni.

Leggi anche

“Dopo decenni torna la lapide per Rita Atria, la picciridda”

Rita Atria – La storia

Rita Atria nasce da una famiglia mafiosa. A undici anni perde il padre Vito, mafioso della famiglia di Partanna, ucciso da Cosa nostra. Sono gli anni dell’ascesa dei corleonesi e della seconda guerra di mafia.

Alla morte del padre Rita si lega ancora di più al fratello Nicola ed alla cognata Piera Aiello. Da Nicola, anch’egli mafioso, Rita raccoglie le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 Nicola Atria verrà ucciso dalla mafia. Sua moglie Piera Aiello decide dunque di collaborare con la giustizia.

Rita Atria, a soli 17 anni, nel novembre 1991, decide di seguire le orme della cognata, cercando, nella magistratura, giustizia per quegli omicidi. Il primo a raccogliere le sue rivelazioni fu Paolo Borsellino al quale si legò come ad un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre deposizioni, hanno permesso di arrestare diversi mafiosi e di avviare un’indagine sul politico Vincenzino Culicchia, per trent’anni sindaco di Partanna.

Una settimana dopo la strage di via d’Amelio, Rita Atria si uccise a Roma, dove viveva in segreto, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di viale Amelia, 23.

Rita Atria per molti rappresenta un’eroina, per la sua capacità di rinunciare a tutto, finanche agli affetti della madre (che la ripudiò e che dopo la sua morte distrusse la lapide a martellate), per inseguire un ideale di giustizia attraverso un percorso di crescita interiore che la porterà dal desiderio di vendetta al desiderio di una vera giustizia. Rita (così come Piera Aiello) non era una pentita di mafia: non aveva infatti mai commesso alcun reato di cui pentirsi. Correttamente ci si riferisce a lei come testimone di giustizia, figura questa che è stata legislativamente riconosciuta con la legge 45 del 13 febbraio 2001.

View Comments

  • Doveroso segnale da parte dell'Amministrazione di Castelvetrano nei confronti di chi decide di stare dalla parte della legalità. Un'adolescente che ha rinunciato alla vita, pur di non piegarsi alla mafia. "Meglio un giorno da Rita Atria che cento gioni da latitante".

  • Io mi pongo una domanda e la pongo anche a tutti i cittadini e all'intera Amministrazione Comunale, Sindaco per primo.
    Come descrivereste San Francesco D'Assisi?
    Strana domanda.
    Forse stupida?
    Peró a me interesserebbe saperlo.
    Direste, per esempio, che era un uomo molto religioso che rispettava gli insegnamenti della Bibbia e amava gli animali?
    Beh, si, certamente era tutto questo.
    Ma è per questo che l'hanno fatto santo?
    È per questo che era speciale, tanto da santificarlo?
    Perchè se è per questo, c'è una miriade di uomini di chiesa e non, che potrei proporre per la santificazione.
    Ma non sarà forse che S. Francesco è S. Francesco perchè ha rinunciato alla nobiltà e alla ricchezza della propria famiglia per dedicarsi a Dio e predicare la povertà, l'amore e per tutte le altre cose che tutti conosciamo?
    Ora, che senso ha dedicare una via a Rita Atria perchè - "...ha mostrato un forte senso del coraggio e della giustizia..." - e per - "... Il rispetto delle istituzioni, della legalità e delle regole..."
    Rita Atria merita una via perchè conosceva e rispettava le regole e la legalità, o perchè conosceva bene la MAFIA dall'interno ed è stata capace di ribellarsi ad essa?
    Rita Atria è simbolo di ribellione alla MAFIA o di rispetto delle regole?
    Perchè se dobbiamo usare il metro della legalità e del rispetto delle regole, prendiamo l'elenco telefonico di Castelvetrano e cominciamo a dedicare vie a gran parte dei nomi presenti in esso.
    Se invece dobbiamo dare a Rita Atria il rispetto che merita, non basta dedicarle una via e amen.
    Dobbiamo anche dire che Rita merita una via perchè ha saputo dire di no alla tradizione MAFIOSA.
    E diciamola una buona volta questa maledettissima parola:
    MAFIA!!!
    Non parliamo di legalità, ma di lotta alla MAFIA.
    Perchè la MAFIA c'è e non chiamarla col giusto nome, non fa che il gioco dei mafiosi.
    Non parlare di mafia, in un paese dove la mafia c'è, è come sapere di avere un cancro, ma non andare dal medico per non sentirselo dire e lasciare che ti distrugga senza far nulla per curarti...

Published by
Comune di Castelvetrano