Videopoker, chi froda e chi si ammala

Il mondo del gioco d’azzardo e dei videopoker è molto variegato. È un sistema fatto da concessionari di rete, piattaforme di accesso, noleggiatori di sistemi informatici, titolari dei locali e Monopoli di Stato.
Sempre più spesso però qualcuno tenta di frodare il sistema dall’interno e a farne le spese sono i giocatori, anello debole di tutta la catena.

A Castelvetrano la Guardia di Finanza ha recentemente sequestrato sei punti di accesso internet illegali per il poker a distanza, perché gestiti da un concessionario di rete non autorizzato dall’Amministrazione dei Monopoli di Stato e inflitto multe per 12 mila euro.

Certo, c’è anche da dire che a volte la sala da gioco illecita è riconoscibilissima, soprattutto quando non ci sono limiti nelle giocate, visto che di norma i cosiddetti importi del “diritto di partecipazione al gioco” non potrebbero superare i 100 euro.
Ma combattere il fenomeno del gioco d’azzardo coi videopoker è una questione molto più ampia, che certamente non può essere affrontata solo dai militari delle Fiamme gialle.
La presenza di sale da gioco senza limiti di puntata la dice lunga sull’impatto di un fenomeno in cui, sempre più spesso, si può scorgere l’ombra della patologia.


È chiaro che per molte persone il gioco d’azzardo può essere un piacevole passatempo, alcuni sono dei giocatori occasionali, altri abituali, ma non è certo la frequenza il fattore principale del problema. Il gioco d’azzardo patologico è invece caratterizzato dalla dipendenza e spesso non viene riconosciuto perché confuso con la passione (o vizio) del gioco.
C’è una fiducia irrazionale nella “fortuna” in caso di vincita e nella possibilità di rifarsi in caso di perdita, nell’attesa che la sorte cominci a girare diversamente, mentre il tutto viene reso più complesso dalla perdita di controllo sul proprio comportamento.

È una condizione che porta a chiedere soldi ad amici e parenti e ad indebitarsi con le finanziarie. A volte il giocatore chiede soldi in prestito allo stesso gestore del locale ed altre volte viene raggiunto dallo strozzino che spesso bazzica nelle sale.
Molte persone piombano in un incubo fatto di debiti, di bugie, di minacce da parte degli strozzini, senza che né loro né la propria famiglia riconoscano di essere in presenza delle pericolose conseguenze di una vera e propria patologia di carattere psichiatrico, che comincia ad affiorare solo quando i soldi per pagare le bollette, l’assicurazione della macchina e l’affitto, sono finiti dentro le macchinette videopoker.

Ad oggi però non sembra che, oltre all’interesse dello Stato al prelievo fiscale del 3 per cento, ci sia un vero interesse istituzionale sul piano psicosociale per la tutela della salute psichica.
Inoltre, il fatto che tutto si risolva con sanzioni di carattere amministrativo garantisce l’anonimato dei trasgressori, vanificando anche l’effetto deterrente di una notizia sul giornale fatta di nomi, cognomi e fotografie.
Sembrerebbe che la difesa dei cittadini passi in secondo piano rispetto alle garanzie di guadagno per i malfattori del gioco d’azzardo.

Egidio Morici www.50firme.it
per L’isola, quindicinale di informazione della provincia di Trapani

Published by
Egidio Morici